CONOSCI PISTOIA?
LA CHIESA DI SAN BARTOLOMEO IN PANTANO
E LA FESTA DEL 24 AGOSTO
CHIESA DI SAN BARTOLOMEO IN PANTANO
La Chiesa di San Bartolomeo in Pantano, certamente uno degli
edifici sacri più antichi di Pistoia, deve il suo nome alla fangosità della
zona dove venne eretta. L’edificio venne costruito per volere del medico
longobardo Gaido Aldo che acquistò un terreno al fine di edificare un
monastero in nome di S.Bartolomeo Apostolo, tra il 726 e il 764. Inizialmente
il complesso abbaziale comprendeva anche un ospizio per fornire vitto, alloggio
ed eventualmente cure mediche ai viandanti e ai poveri della città.
L’edificio nella sua
attuale struttura, privo di transetto e con tre navate divise da colonne, fu
ricostruito dall’Abate Bono nel 1159. Nel XV secolo, subentrarono i Canonici
Lateranensi dell’Ordine di Sant’Agostino (i cosiddetti Rocchettini), e, infine, abolito
quest’ordine, nel 1779 fu affidato ai monaci benedettini (più precisamente
ai Vallombrosani della Chiesa di
S.Michele in Forcole) fino al 1810.
Esterno della
Chiesa di San Bartolomeo
Formata da grande
bugne di pietra serena, la facciata della Chiesa di San Bartolomeo di Pistoia si caratterizza
per le cinque arcate che nella parte centrale sono sorrette da quattro colonne
in pietra e ai lati da due lesene; gli archi a tutto sesto bicromi (marmo
bianco e verde di Prato) alternano le dimensioni minori all’esterno e al centro,
mentre quelli centrali laterali sono più grandi. Due archetti riempiono lo
spazio al di sopra degli ingressi laterali.
Interno della
Chiesa di San Bartolomeo
L’opera artisticamente
più preziosa è sicuramente il Pulpito di Guido Da Como: voluto
dall’Abate Simone attorno al 1240, è il vero tesoro romanico prima del
passaggio al gotico. È costruito in marmo ed è di forma quadrangolare, divisa
in quadri scolpiti a bassorilievo rappresentanti altrettante scene evangeliche.
Il tutto poggia su tre colonne: due di queste sono poggiate su due leoni (uno è
una femmina che allatta il suo cucciolo, l’altro invece tiene tra le zampe un
basilisco) e l’altra su un uomo ricurvo (si pensa sia proprio la
rappresentazione dell’autore stesso).
LA FESTA DEL
24 AGOSTO:
UNZIONE DEI BAMBINI
Pistoia è nota per
essere l'unica tra le città toscane a dedicare da secoli un culto particolare a
San Bartolomeo, apostolo venerato come protettore dei bambini. Un legame che si
è originato in passato, e che ha fatto sì che le madri pistoiesi fossero solite
chiamare i bambini più vivaci sambartolomeini, sanbartolomei o semplicemente
sammei. I ragazzi più agitati, erano anche quelli con più tagli e
"sbucci" sulle gambe, al punto che venivano paragonati al Santo,
morto per scorticamento dopo aver convertito il fratello del re d'Armenia,
esorcizzandone la figlia. La festa di San Bartolomeo si celebra ogni anno a
partire dal pomeriggio del 23 fino alla sera del 24 agosto nella piazza che
prende il nome dell'apostolo e nelle vie adiacenti. Caratteristico di questi
giorni il rito dell'unzione, una piccola croce tracciata dal sacerdote sulla fronte dei fedeli con olio
benedetto, che risale al XV secolo e che si è affermato a Pistoia quando la
comunità benedettina di San Bartolomeo venne sostituita dai Canonici regolari
lateranensi che diffusero una tradizione di origine umbra. Una volta purificati
i fedeli e protetti i bambini, secondo il credo, dagli spiriti maligni, il
premio per quest'ultimi è nelle strade adiacenti la chiesa di San Bartolomeo,
che ospitano un grande numero di bancarelle piene di giocattoli e di dolciumi.
Fra i dolci tipici, famosa è la “corona di San Bartolomeo” fatta con grossi
biscotti di pasta frolla chiamati “pippi”, alternati a confetti e cioccolatini,
che viene messa al collo dei bambini. Una golosità tipicamente pistoiese. (2)
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Francesca Funari Melani
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Fonte: ViviPistoia.it
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